L’Italia e la Tunisia rafforzano le relazioni in nome della migrazione


Lo scorso aprile la premier italiana si è recata per la quarta volta nel giro di un anno in Tunisia per rafforzare la cooperazione con il Paese in materia di immigrazione.
Qualche giorno fa, la Tunisia ha istituito la zona SAR, considerata una vittoria per la Meloni.


Il 17 aprile la premier Giorgia Meloni ha effettuato una visita lampo in Tunisia accompagnata da una delegazione italiana rappresentata dal Ministro dell’interno, Piantedosi, il Ministro dell’Università e vice Ministro degli Esteri. È la quarta visita del presidente in un anno che, come dichiara la premier italiana, è indice del rafforzamento delle relazioni tra due paesi già storicamente molto vicino e “dimostra quanto la collaborazione con la Tunisia sia per l’Italia assolutamente una priorità da molti punti di vista e tassello del lavoro portato avanti dall’Italia con il Piano Mattei” che si basa su un nuovo approccio, descritto “un approccio tra pari a pari, mosso dal reciproco interesse”.
La visita della Meloni ha portato alla firma di accordo tra il governo italiano e il governo tunisino per sostenere il budget dello stato nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica; convenzione finanziaria tra La Cassa Depositi e Prestiti e la Banca Centrale Tunisina a sostegno delle piccole e medie imprese; un’intesa quadro tra il ministero dell’insegnamento superiore e della ricerca scientifica e il ministero italiano dell’educazione, dell’università e della ricerca per una cooperazione in questo settore.
Al cuore della questione, ancora una volta, la questione migratoria. La premier ha infatti voluto ribadire la sua soddisfazione e ringraziare il presidente tunisino, Kais Saied, per la lotta contro i trafficanti di esseri umani. Secondo Saied, i migranti irregolari sono vittime di un regime economico di cui è vittima il Paese stesso e che i flussi migratori sono di tale portata che “indicano chiaramente l’esistenza di un’organizzazione che li sostiene”.
Il Presidente ha poi espresso la sua soddisfazione per le sue relazioni storiche con l’Italia e l’intenzione di rafforzare la cooperazione tra i due Paesi, bilaterale e multilaterale e ad ampliarla a settori differenti.
Ma alcune organizzazioni della società civile denunciano che il ruolo assegnato dall’Italia alla Tunisia è quello di essere il “poliziotto di guardia delle coste italiane”, posizione ribadita dal governo tunisino stesso che ha dichiarato che il Paese non diventerà “un Paese di transito o di insediamento”. [1]
I due Paesi hanno firmato nei mesi scorsi il decreto flussi che consente a 12 mila tunisini formati di entrare regolarmente sul territorio italiano. Ma secondo Houssemeddine Jebabli, fino al 10 aprile sono stati registrati più di 21 mila persone che hanno tentato di lasciare il Paese nordafricano, numeri in aumento rispetto allo scorso anno.
Secondo le statistiche[2], nel 2022 è stato respinto il 76.61% delle richieste di asilo presentate da tunisini, tasso di rifiuto più alto dopo Egitto (90.31%) e Bangladesh (76.86%). Questo perché la Tunisia è stata inserita nella lista dei Paesi di origine sicuri.

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Memorandum d’intesa Unione Europea – Tunisia

Firmato l’11 giugno 2023, il Memorandum di Intesa, pur occupandosi di vari settori, dalla transizione verde alla transizione digitale, il punto centrale è ricoperto dall’impegno della Tunisia di arginare la migrazione irregolare verso l’Europa. Il documento si basa, infatti, sull’ “importanza di rafforzare la cooperazione per combattere e ridurre i flussi migratori irregolari e salvare vite umane”. [3]
Si conviene, inoltre, a “lavorare per migliorare ulteriormente il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare e l’attuazione di misure efficaci per combattere il traffico di migranti e la tratta di esseri umani”.
L’accordo rientra all’interno del processo di esternalizzazione delle frontiere iniziato da tempo dall’Unione Europea e che prevede il finanziamento di Paesi extra-europei incaricati di controllare, in maniera rigorosa, le frontiere ed impedire la partenza dei migranti verso l’Europa.

La Tunisia ha di recente annunciato l’istituzione della zona SAR, area di ricerca e soccorso in mare, istituito anche grazie all’aiuto di un gruppo misto italo-tunisino la cui “prospettiva comune è di formalizzare l’esistenza di un’area marittima che preveda l’intervento delle navi tunisine per svolgere opera di soccorso e ricondurre i migranti nel porto sicuro più vicino, cioè in Tunisia.”[4]
Nel frattempo la Tunisia è travolta da un’ondata di arresti contro attivisti, oppositori e commentatori politici sulla base del decreto 54 che mira a combattere la diffusione di fake news. Secondo gli attivisti e difensori dei diritti umani, però, il decreto si presta ad un’interpretazione molto ampia tale da giustificare la repressione delle voci critiche.
In un anno e mezzo, più di 60 persone, tra cui giornalisti, avvocati e oppositori di Kaïs Saïed, sono stati perseguiti in base a questa legge, secondo l’Unione nazionale dei giornalisti.[5]
Sotto accusa anche le ONG che tutelano migranti. Secondo Amnesty International, dal 3 maggio le autorità tunisine hanno arrestato, convocato e indagato membri di almeno 12 organizzazioni, con accuse poco chiare, per aver fornito assistenza ai migranti. Sono state, inoltre, intensificate le espulsioni collettive illegali di rifugiati e migranti, hanno effettuato una serie di sgomberi forzati e hanno arrestato e condannato i proprietari di casa per aver affittato appartamenti a migranti senza permesso.[6]
Tra gli altri, spicca l’arresto di Saaed Mosbah, presidente dell’associazione Mnemty, a difesa dei diritti dei migranti e lotta contro il razzismo. Mosbah è stata arrestata con l’accusa di riciclaggio di denaro[7] ed è un volto di spicco della società civile tunisina.
L’arresto è avvenuto in seguito alle dichiarazioni del presidente Kais Saied che, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, aveva accusato le associazioni di essere complici dell’ondata migratoria sub-sahariana verso la Tunisia. [8]


Note

[1] Reuters, Tunisia will not be Europe’s border guard, president says, 10 giugno 2023, al link: https://www.reuters.com/world/africa/tunisia-will-not-be-europes-border-guard-president-says-2023-06-10/
[2] Asylum in Europe, Statistics in Italy, https://asylumineurope.org/reports/country/italy/statistics/
[3] European Commission Press Release, Memorandum of Understanding on a strategic and global partnership between the European Union and Tunisia, 16 luglio 2023, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_23_3887
[4] Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 84, 4 giugno 2024, https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-84/25940
[5] Jeune Afrique, Vague d’arrestations de chroniqueurs en Tunisie pour des commentaires critiques, 12 maggio 2024, https://www.jeuneafrique.com/1567018/politique/vague-darrestations-de-chroniqueurs-en-tunisie-pour-des-commentaires-critiques/
[6] Amnesty International, Tunisie. Réfugiées, migrantes et organisations de la société civile sont visés par des opérations répressives après des mois d’escalade de la violence, 16 maggio 2024, https://www.amnesty.org/fr/latest/news/2024/05/tunisia-repressive-crackdown-on-civil-society-organizations-following-months-of-escalating-violence-against-migrants-and-refugees/
[7]Legal Agenda,  بسبب نشاطها في مجال الهجرة: الجمعيات في مرمى السلطة , 10 maggio 2024https://legal-agenda.com/%d8%a8%d8%b3%d8%a8%d8%a8-%d9%86%d8%b4%d8%a7%d8%b7%d9%87%d8%a7-%d9%81%d9%8a-%d9%85%d8%ac%d8%a7%d9%84-%d8%a7%d9%84%d9%87%d8%ac%d8%b1%d8%a9-%d8%a7%d9%84%d8%ac%d9%85%d8%b9%d9%8a%d8%a7%d8%aa-%d9%81%d9%8a/
[8] TV5 Monde, Qui est Saadia Mosbah, icône de la lutte contre le racisme en Tunisie?, 13 maggio 2024, https://information.tv5monde.com/terriennes/qui-est-saadia-mosbah-icone-de-la-lutte-contre-le-racisme-en-tunisie-2721686


Foto copertina: La premier italiana Giorgia Meloni e il presidente tunisino presidente Kais Saied.