Intelligence e diplomazia: la strana cooperazione tra Russia e Stati Uniti


Russia e Stati Uniti rappresentano due attori rivali che però si scambiano informazioni di intelligence fin dai tempi della Guerra Fredda.


L’evoluzione dei rapporti tra servizi di intelligence

La collaborazione tra i servizi segreti americani e russi, pur essendo storicamente caratterizzata da rivalità e sospetti, ha visto momenti di cooperazione strategica, specialmente in situazioni di interesse comune. Durante la fine della Guerra Fredda, ad esempio, la cooperazione si intensificò sulle questioni di disarmo nucleare, con entrambe le nazioni impegnate a prevenire la proliferazione di armi di distruzione di massa[1]. Questo periodo segnò l’inizio di una serie di contatti diretti tra Central Intelligence Agency (CIA) e FSB (ex KGB, il noto servizio federale per la sicurezza russa) per monitorare i trattati di disarmo e garantire la sicurezza dei materiali nucleari.[2] Negli anni successivi all’11 settembre 2001, il dialogo si ampliò nel campo della lotta al terrorismo internazionale. Gli attacchi kamikaze spinsero entrambi a condividere informazioni sui movimenti jihadisti e sulle potenziali minacce globali. Washington e Mosca hanno dunque scambiato dati di intelligence per prevenire attacchi e smantellare reti terroristiche, riconoscendo la necessità di un fronte comune contro un nemico condiviso. Nonostante le differenze politiche, la collaborazione antiterroristica ha quindi dimostrato che, in situazioni critiche, i servizi segreti delle due potenze potessero lavorare insieme in modo efficace. Tuttavia, la collaborazione non è stata priva di tensioni e difficoltà. Le differenze ideologiche e gli interessi nazionali contrastanti spesso hanno ostacolato un’efficace cooperazione a lungo termine. Episodi di spionaggio e controspionaggio, come l’arresto di agenti russi negli Stati Uniti e viceversa, hanno spesso inasprito le relazioni. Ad esempio l’ex rappresentate della Vnesheconombank a New York City Evgeny Buryakov è stato arrestato nel 2015 mentre lavorava negli Stati Uniti come agente sotto copertura del servizio di intelligence russo (noto come SVR). Operava come un normale cittadino, impiegato in una banca a Manhattan, ma in realtà raccoglieva informazioni per il governo russo. Le indagini hanno rivelato in seguito che Buryakov, insieme ad altri due agenti del SVR, Igor Sporyshev e Victor Podobnyy, utilizzava metodi clandestini per comunicare e scambiare informazioni.[3] Per questo gli agenti sono stati accusati di non aver notificato al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il loro vero ruolo.[4]

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Le crisi geopolitiche, come l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e le accuse di interferenze elettorali russe nelle elezioni americane tramite attacchi “cyber” (il cosiddetto Russiagate[5]), hanno ulteriormente complicato il dialogo tra i servizi segreti. Nonostante ciò, i canali di comunicazione rimangono aperti, riflettendo la consapevolezza che, nonostante le divergenze, la cooperazione è cruciale per affrontare le minacce globali. Un caso di cui si è discusso in relazione al recente attacco terroristico avvenuto nella sala concerti del Crocus City Hall. In quell’occasione, i servizi russi sarebbero stati avvertiti dalla CIA (così come l’ambasciata USA a Mosca) di possibili attacchi.[6] Una tesi non del tutto chiarita da fonti ufficiali.[7] Ad ogni modo Mosca e Washington sono due nemici che si parlano anche se con meno successo rispetto ai tempi della Guerra Fredda. Il terrorismo, infatti, può fare la sua parte nel costringere i due attori al dialogo, per quanto controvoglia. Un canale di dialogo che, agli occhi di molti, potrebbe stridere con il fronte di guerra aperto da Mosca in Ucraina e che vede Washington indirettamente coinvolta. Tuttavia, questa apertura verso il nemico non significa chiudere nei confronti di Kiev, anzi. La guerra dell’informazione, o “intelligence warfare“, ha radici profonde nella storia, e sta vivendo una trasformazione radicale. Tradizionalmente, l’uso dell’intelligence in guerra ha sempre avuto un ruolo cruciale, risalendo ai tempi di Sun Tzu, che nel suo “L’arte della guerra” sottolineava l’importanza di conoscere il nemico per vincere senza combattere. Anche nella Bibbia e nell’antica Grecia si trovano esempi di utilizzo strategico delle informazioni:

“Poiché Dio ti ha fatto conoscere tutte queste cose, non c’è nessuno che sia intelligente e saggio come te. Tu sarai responsabile del mio palazzo e tutto il mio popolo si sottometterà ai tuoi ordini. Solo rispetto al trono sarò più grande di te”.[8] 

Nel passo della Genesi 41, ad esempio, Giuseppe interpreta i sogni del Faraone riguardanti sette anni di abbondanza seguiti da sette anni di carestia. Questa conoscenza gli permette di consigliarlo sulla preparazione per la carestia, salvando così l’Egitto e altre nazioni dalla fame. Grazie a questa strategia basata sull’informazione, Giuseppe viene nominato governatore dell’Egitto. In questo contesto, l’odierno conflitto russo-ucraino ha visto una rivoluzione nella modalità di condivisione delle informazioni. La tradizionale riservatezza delle agenzie di intelligence ha ceduto il passo a una maggiore trasparenza e diffusione pubblica delle informazioni. Questo cambiamento è stato evidente già dal novembre 2021, quando il direttore della CIA, William Burns, ha effettuato una visita pubblica a Mosca per avvertire il governo russo che Washington era a conoscenza dei loro piani di invasione dell’Ucraina.[9] Una mossa che non solo mirava a dissuadere la Russia ma anche a preparare l’opinione pubblica e gli alleati internazionali a una possibile escalation. L’elemento rivoluzionario risiedé nella decisione degli Stati Uniti di condividere apertamente le informazioni di intelligence con l’Ucraina e altri alleati, rompendo con la tradizione di mantenere tali dati all’interno di cerchie ristrette. Questo approccio ha permesso di creare una rete di sostegno internazionale più coesa e informata, migliorando la capacità dell’Ucraina di difendersi. La condivisione di intelligence “finita”, ovvero già analizzata e pronta all’uso, ha offerto a Kiev un vantaggio strategico significativo.[10]
Ad esempio, informazioni dettagliate su movimenti delle truppe russe, posizioni di armi e piani operativi hanno consentito all’Ucraina di anticipare le mosse del nemico e rispondere con maggiore efficacia. Questa strategia di “information warfare” ha trasformato il campo di battaglia, dimostrando che la gestione e l’uso tempestivo delle informazioni possono essere tanto decisive quanto l’impiego delle armi tradizionali. La capacità di intercettare le comunicazioni, monitorare i movimenti e prevedere azioni ha cambiato il modo in cui viene combattuta la guerra, rendendo l’intelligence una componente essenziale del conflitto moderno.

Mosca e Washington si parlano

I rapporti di intelligence tra gli Stati Uniti e la Russia sono cruciali anche per la gestione dei grandi arsenali nucleari di entrambi i paesi, essenziali per il monitoraggio e la verifica degli accordi di controllo degli armamenti. Non a caso, l’intelligence contribuisce alla prevenzione della proliferazione nucleare e alla sicurezza globale, identificando potenziali minacce e gestendo crisi internazionali in modo da evitare escalation verso conflitti nucleari. Uno degli esempi più significativi di questa cooperazione è il trattato New START (Strategic Arms Reduction Treaty).[11] Firmato nel 2010 e rinnovato nel 2021 per altri cinque anni, questo trattato limita il numero di testate nucleari dispiegate da ciascuna delle due nazioni a 1.550, riducendo così il rischio di un’escalation nucleare. Il trattato include anche misure di verifica e trasparenza che permettono a entrambe le parti di monitorare il rispetto degli accordi, aumentando la fiducia reciproca. Queste includono scambi di dati, ispezioni sul campo e notifiche sui lanci di missili, contribuendo a ridurre le incertezze e a prevenire malintesi che potrebbero portare a conflitti. Oltre agli accordi di controllo degli armamenti, la cooperazione tra i servizi segreti di Stati Uniti e Russia in relazione al tema della sicurezza dei materiali nucleari è stata fondamentale. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno lanciato il Programma di Cooperazione nella Sicurezza Nucleare, noto anche come programma Nunn-Lugar.[12] Esso ha aiutato la Russia a smantellare armi nucleari obsolete, a migliorare la sicurezza dei siti nucleari e a prevenire la proliferazione di materiali nucleari che potrebbero cadere nelle mani sbagliate. Ad esempio, il programma ha finanziato la costruzione di strutture sicure per lo stoccaggio di testate nucleari smantellate e ha fornito attrezzature e formazione per migliorare la sicurezza fisica dei siti nucleari in Russia. Nonostante i successi, la cooperazione sulla non proliferazione nucleare tra Stati Uniti e Russia non è stata priva di sfide. Le tensioni geopolitiche, come quelle derivanti dalla crisi ucraina e dalle accuse di interferenze elettorali, hanno messo a dura prova la fiducia reciproca. Tuttavia, entrambe le nazioni continuano a riconoscere l’importanza di collaborare su questo fronte. Recentemente, le discussioni hanno incluso la possibilità di estendere il New START o di negoziare nuovi trattati che includano altre potenze nucleari emergenti, come la Cina. Inoltre, la prevenzione della proliferazione nucleare in paesi come l’Iran e la Corea del Nord rimane una priorità condivisa, con entrambe le nazioni che lavorano, seppur indirettamente, attraverso forum internazionali come l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Russia riguardo allo sviluppo di nuove tecnologie militari, in particolare le armi nucleari antisatellite.[13] Questa situazione ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio globale e quanto sia vitale mantenere aperti i canali di comunicazione tra le principali potenze mondiali per evitare escalation pericolose. William Burns, direttore della CIA, ha avuto un incontro con Sergei Naryshkin, capo della Služba vnešnej razvedki, il servizio di intelligence esterna russo.[14] Parallelamente, Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden, ha parlato con Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del presidente russo Vladimir Putin.[15] Al centro di questi colloqui c’era la preoccupante nuova arma nucleare antisatellite che la Russia sta sviluppando. Gli Stati Uniti hanno chiaramente avvertito che un eventuale dispiegamento di tale arma costituirebbe una violazione del Trattato sullo spazio extra-atmosferico e rappresenterebbe una seria minaccia alla sicurezza nazionale americana. Questi incontri, riportati dal Wall Street Journal e dalla CBS News, seguono le preoccupazioni espresse da Mike Turner, presidente della commissione Intelligence della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, che ha evidenziato la gravità della minaccia che gli Stati Uniti potrebbero dover affrontare insieme ai loro alleati.[16] John Kirby, consigliere per le comunicazioni sulla sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha specificato che Turner si riferiva alla capacità antisatellite sviluppata dalla Russia. In risposta a queste preoccupazioni, l’amministrazione Biden ha iniziato una serie di contatti diplomatici con altri Paesi, tra cui India e Cina. Il segretario di Stato Antony Blinken ha recentemente incontrato i suoi omologhi indiano Subrahmanyam Jaishankar e cinese Wang Yi durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza, nel tentativo di formare una coalizione internazionale per dissuadere la Russia dal proseguire con il dispiegamento di questa arma.[17] Nel frattempo, i leader del G7, riunitisi per la prima volta quest’anno sotto la presidenza italiana, hanno espresso la loro ferma condanna della retorica nucleare della Russia, definendola “inaccettabile”.[18] Hanno condannato l’atteggiamento di “intimidazione strategica” di Mosca e il suo continuo indebolimento dei regimi di controllo degli armamenti. Hanno ribadito che le minacce russe di utilizzare armi nucleari, specialmente nel contesto della sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, sono assolutamente inammissibili. In risposta a queste accuse, il Cremlino ha negato qualsiasi intenzione di lanciare testate nucleari in orbita, accusando la Casa Bianca di creare isteria per fare pressione sul Congresso e ottenere nuovi aiuti per l’Ucraina. Sergei Ryabkov, viceministro degli Esteri russo, ha definito “assurde” le accuse americane e ha espresso il suo disappunto per la diffusione dei dettagli degli incontri, che avrebbero dovuto rimanere riservati.[19]

Quali sono le prospettive future?

Come detto, le comunicazioni tra le intelligence non sono mai cessate anche durante questi mesi difficili. Tuttavia, spesso risultano essere tra due attori sordi. Ciò in quanto la diffidenza, l’astio e la gestione delle questioni internazionali a proprio favore la fanno da padrone. Il rapporto tra le agenzie di intelligence degli Stati Uniti e della Russia continuerà infatti ad essere competitivo e talvolta conflittuale nel prossimo futuro, quasi come se fossimo ancora immersi nella Guerra Fredda. Nonostante lo spionaggio rimanga al centro delle loro attività, entrambe le parti devono trovare modalità per far funzionare la loro relazione. La sicurezza di Washington e Mosca dipenderà dalla capacità delle rispettive comunità di intelligence di cooperare più strettamente per affrontare minacce comuni, specialmente terrorismi e armi di distruzione di massa. La dinamica tra i due non è più, da tempo, soltanto un gioco a somma zero.[20] Anche se molte opportunità di cooperazione sono state perse dopo la caduta dell’Unione Sovietica e gli eventi dell’11 settembre, le due agenzie dovranno collaborare per perseguire interessi comuni. Trovare un modo per superare il deficit di fiducia a livello di intelligence potrebbe infatti avere un impatto (positivo?) sulle relazioni complessive tra USA e Russia. Il tutto mentre la questione della proliferazione nucleare è sempre sul tavolo. Interrogato sulla bozza di risoluzione, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato ai giornalisti: “il principale potenziale per il dialogo tra Stati Uniti e Russia riguarda le questioni legate alla sicurezza strategica, che include anche la questione dello spazio.”[21] Le relazioni tra i due paesi sono precipitate a quello che il Cremlino ha definito “sotto zero” da quando la Russia ha lanciato la sua guerra in Ucraina nel 2022 e gli Stati Uniti hanno intensificato la fornitura di aiuti, armi, addestramento e intelligence a Kiev. Tuttavia, la diplomazia segreta continua su una linea telefonica parallela a quella ufficiale grazie alla quale in realtà le due superpotenze si parlano. Colloqui che sono anche utili per comprendere intenzioni e criticità della controparte. Dal canto di Washington esse sono fondamentali anche per avere notizie di prima mano sul rivale moderno incarnato da Pechino. Ascoltare dunque Mosca e farsi ascoltare potrebbe assumere un’importanza cruciale. A farlo, ancora una volta, sono i servizi segreti, che continuano a essere una figura chiave e sempre più influente nell’anticipare e modellare l’andamento della geopolitica mondiale.


Note

[1] O. Krasnyak, How U.S.-Soviet Scientific and Technical Exchanges Helped End the Cold War, American Diplomacy, https://americandiplomacy.web.unc.edu/2019/11/how-u-s-soviet-scientific-and-technical-exchanges-helped-end-the-cold-war/
[2] Appelbaum, H. R., & Hedley, J. H. (2000). US Intelligence and the End of the Cold War. Studies in Intelligence, 44(3). Conference in Texas. In: https://www.cia.gov/resources/csi/static/US-Intel-Cold-War.pdf
[3] Attorney General, Manhattan U.S. Attorney, and FBI Announce Charges Against Russian Spy Ring in New York City, https://www.fbi.gov/news/press-releases/attorney-general-manhattan-u.s.-attorney-and-fbi-announce-charges-against-russian-spy-ring-in-new-york-city
[4] Ibidem.
[5] RUSSIAN INTERFERENCE IN 2016 U.S. ELECTIONS, FBI Most wanted, official website. In: https://www.fbi.gov/wanted/cyber/russian-interference-in-2016-u-s-elections  
[6] U.S. Emabssy & Consulate in Russia, Security Alert: Avoid Large Gatherings over the Next 48 Hours, https://ru.usembassy.gov/security-alert-avoid-large-gatherings-over-the-next-48-hours/
[7] R. Dixon, “After terror attack, Russia sees U.S. role and claims it is at war with NATO”, The Washington Post, 3/4/24.
[8]BibleGateway.”Genesis41.” https://www.biblegateway.com/passage/?search=Genesis+41.
[9] CIA director dispatched to Moscow to warn Russia over troop buildup near Ukraine, CNN, 2021. https://edition.cnn.com/2021/11/05/politics/bill-burns-moscow-ukraine/index.html
[10] K. Takagi, How the US Conquered Information Warfare in Ukraine with Open-Source Intelligence, Hudson Institute, 1/3/24. https://www.hudson.org/information-technology/how-us-conquered-information-warfare-ukraine-open-source-intelligence-koichiro-takagi
[11] Il Trattato tra gli Stati Uniti d’America e la Federazione Russa sulle misure per l’ulteriore riduzione e limitazione delle armi offensive strategiche, noto anche come Nuovo Trattato START, rafforza la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ponendo limiti a tutte le armi intercontinentali di portata nucleare dispiegate dalla Russia. Gli Stati Uniti e la Federazione Russa hanno concordato di estendere il trattato fino al 4 febbraio 2026. Strategic Arms Reduction Treaty, U.S.-U.S.S.R., July 31, 1991, 30 I.L.M. 1653. https://www.congress.gov/111/cdoc/tdoc5/CDOC-111tdoc5.pdf
[12] National, Security Archive, A documentation and critical oral history project on 20 years of the arms race in reverse, seeking lessons learned and unlearned for future cooperation on denuclearization, https://nsarchive.gwu.edu/about-nunn-lugar-project.
[13] US believes Russia developing space-based nuclear weapon, says source, Reuters, 21/4/24, https://www.reuters.com/world/us-believes-russia-developing-space-based-nuclear-weapon-says-source-2024-02-20/
[14] G. Carrer, La paura dell’arma nucleare spaziale fa parlare Usa e Russia, Formiche.net, https://formiche.net/2024/02/usa-russia-arma-nucleare-spaziale-contatti/#btmcnt
[15] Ibidem.
[16] Nuclear Weapons and Foreign Policy: A Conversation with HPSCI Chairman Mike Turner, CSIS, 20/6/24. 
[17] G. Carrer, La paura dell’arma nucleare spaziale fa parlare Usa e Russia, cit.
[18] G7 Leaders’ Statement, 24 February 2024, https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2024/02/24/g7-leaders-statement-24-february-2024/#:~:text=Russia’s%20irresponsible%20nuclear%20rhetoric%2C%20its,3.
[19] G. Carrer, La paura dell’arma nucleare spaziale fa parlare Usa e Russia, cit.
[20] Russian-American Intelligence Cooperation: Promise vs. Reality, Wilson Center, 2010. https://www-wilsoncenter-org.translate.goog/event/russian-american-intelligence-cooperation-promise-vs-reality?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc
[21] Russia tells US: we need to talk, but Ukraine must be on agenda, Reuters, 2024, https://www.reuters.com/world/russia-tells-us-we-need-talk-ukraine-must-be-agenda-2024-06-21/.


Foto copertina: U.S. President Joe Biden and Russia’s President Vladimir Putin arrive for the U.S.-Russia summit at Villa La Grange in Geneva, Switzerland, June 16, 2021, Reuters.